Pos senza canone – 4 alternative per risparmiare

Se si ha la necessità di avere un sistema di ricezione dei pagamenti elettronici e si è alla ricerca di un pos senza canone ed anche senza commissioni, si sta percorrendo una via probabilmente senza sbocchi. Se invece si sta cercando un pos senza canone e con commissioni “gestibili” in funzione del tipo di utilizzo che se ne fa, allora si hanno discrete possibilità di riuscire nel proprio obiettivo.

Quali sono i costi da considerare?

Per poter valutare la convenienza di un pos (logicamente in base alle proprie necessità) non è sufficiente prendere in considerazione solo il costo del canone o quello delle commissioni. Tra le altre voci da analizzare le più diffuse sono ad esempio quelle legate ai costi di acquisto e quelle di installazione se è logicamente previsto l’intervento di un tecnico.

Nel particolare se si vuole un pos senza un canone mensile probabilmente si potrà escludere il costo dell’installazione, ma si dovrà guardare con attenzione quello di acquisto oltre che i costi legati all’effettivo utilizzo, che sono rappresentati dalla commissioni (che possono essere a seconda delle offerte sia variabili che forfettarie).

Generalmente infatti il canone viene visto come un contributo a titolo di comodato d’uso che va pagato a chi fornisce il pos che ne rimane fattivamente il proprietario (una politica adottata soprattutto da alcune banche e da Poste Italiane). Quando invece viene proposto un prodotto privo di canone, allora si chiede all’utilizzatore di diventarne anche proprietario, dietro il pagamento di un prezzo una tantum. Questo genere di Pos è nella maggior parte dei casi di facile installazione e per questo non è previsto l’intervento di alcun tecnico (si tratta di prodotti che sono di norma prodotti e venduti anche online da società specializzate).

N.B. Alcuni pos prevedono anche dei costi di disinstallazione, che sono dovuti anche quando non sono applicati inizialmente quelli di installazione (si tratta di costi assimilabili ai servizi di distacco o cessazione di un’utenza).

Con o senza conto?

All’interno delle spese per un Point Of Sales sono infine da valutare anche costi connessi ai conti collegati al pos stesso. Se si scelgono prodotti proposti da società specializzate, di norma non si ha l’obbligo di aprire un conto corrente anche se ci possono essere eccezioni. Tra queste ad esempio i dispositivi MyPos per i quali è necessario disporre di un conto myPOS registrato su myPOS com (comunque gratuito). Talvolta possono essere proposti pacchetti comprensivi di conti elettronici semplicemente per ottenere gli accrediti dei pagamenti in maniera semplificata.

(Fonte: sito ufficiale MyPos – Data: 24 novembre 2018)

Nel caso dei pos offerti dalle banche spesso viene invece richiesto il possesso di un conto corrente presso lo stesso istituto di credito. In tal caso nel totale dei costi dovrebbero essere considerati anche quelli collegati proprio alla tenuta e alla gestione del conto di accredito. Un esempio di questo tipo lo abbiamo con Poste Italiane il cui Pos senza canone è associabile solo con il conto corrente BancoPosta oppure alla carta Postepay Evolution Business.

(Fonte: sito ufficiale Poste Italiane – Data: 24 novembre 2018)

Pesa più un canone o le commissioni?

Detto questo, meglio un pos senza canone o senza commissioni? Analizziamo insieme alcuni aspetti. Innanzitutto il canone si paga indipendentemente dal fatto che il pos venga utilizzato oppure no, mentre le commissioni vanno pagate solo in caso di effettivo utilizzo. Queste differenze vanno considerate soprattutto in funzione dell’effettivo uso che si potrà fare del pos e cioè:

  • se si vuole avere un dispositivo che permetta di ricevere i pagamenti in modalità elettronica come pura eventualità (oppure per ottemperare agli obblighi di legge);
  • se si fanno molte operazioni.

In questo secondo caso è evidentemente meglio scegliere un prodotto con canone e sistema commissionale fisso o forfettario altamente conveniente. Tra l’altro il canone stesso in alcuni casi può assorbire in modo forfettario anche le commissioni anche se si tratta di un tipo di proposta che viene rivolta soprattutto alle aziende che presentano un notevole numero di transazioni di pagamento in entrata.

Esempi

MyPos

La caratteristica principale della proposta di MyPos è proprio quella di non applicare alcun canone. Per le commissioni si paga invece una percentuale sul transato da stabilire in funzione dell’attività commerciale, della posizione geografica ed altri fattori. La tecnologia è di tipo Wi Fi, GPRS e Bluetooth, quindi può essere usato anche come pos mobile. L’offerta è articolata sulle seguenti tipologie di Point of Sales:

  • MyPos mini (anche nella versione Nero): costo di acquisto 99 euro in promo poi 139 euro;
  • MyPos mini Ice: costo di acquisto 139 euro in promo poi 189 euro;
  • MyPos combo (anche nella versione blu): 100% mobile, ha un costo di 159 euro come acquisto (sempre in promo poi 249 euro);
  • MyPos smart (anche nella versione N5): costo di acquisto promozionale 259 euro (a regime 349 euro).

(Fonte: sito ufficiale MyPos – Data: 24 novembre 2018)

SumUp

SumUp Payments Limited è un Istituto di pagamento autorizzato dalla FCA che, come si legge sul sito ufficiale, in solo 7 anni di storia ha raggiunto una posizione di leadership nel mercato dei Point of Sale mobili. Alla pari dell’esempio precedente la sua proposta è senza canone fisso mensile mentre offre un costo commissionale standard a 1,95% sulle varie carte di pagamento. Per quanto riguarda il Pos ci sono due versioni, con costi di acquisto diversi:

  • Sumup air che costa in promo 19 euro anziché 39 euro ed è un lettore NFC (approfondimento: Pagamenti NFC);
  • Sumup 3G: un lettore di carte completo, anche con tecnologia contactless, che ha un costo di acquisto di 99 euro una tantum.

(Fonte: sito ufficiale SumUp – Data: 24 novembre 2018)

Jusp

Per quanto riguarda questa società italiana due proposte su tre non prevedono un canone fisso mensile. Si tratta di:

  • Jusp Europe Light (per bancomat e carte di credito) senza canone e con commissioni di 1,5% per i bancomat e 1,95% per le carte di credito;
  • Jusp for Italy solo per Pagobancomat con commissione 1,50%.

E’ poi necessario acquistare lo smart Pos Jusp BT a 89 euro che dovrà essere collegato al proprio smartphone in modalità bluetooth.

(Fonte: sito ufficiale Jusp – Data: 24 novembre 2018)

Poste Italiane

La soluzione offerta da Poste Italiane permette di accettare tutte le carte di pagamento appartenenti ai circuiti Postamat/Postepay, Pagobancomat, MasterCard e Maestro, VISA (compreso VISA Electron) e VPAY. Scegliendo l’opzione PostePay Tandem Mobile POS non è previsto un canone mensile ma bisognerà acquistare il Pos Payleven a 79 euro. Le commissioni sono variabili in funzione della carta transata.

(Fonte: sito ufficiale Poste Italiane – Data: 24 novembre 2018)