Carte prepagate e pignoramento: come funziona?

Se si ha un debito che può essere dimostrato dai creditori si può andare incontro all’azione di pignoramento. Non sempre è però chiara la questione se i conti correnti e le carte prepagate sono ‘non pignorabili’ così come accade per le carte di credito. Facciamo un po’ di chiarezza.

Conti correnti e carte prepagate

Specifichiamo subito un aspetto basilare: in Italia i rapporti bancari, che siano conti correnti, carte conto o carte prepagate sono pignorabili senza limiti (se non quelli che riguardano i rapporti sui quali c’è l’accredito della pensione e dello stipendio).

Infatti, soprattutto il fisco, accedendo all’anagrafe delle banche, può controllare con una certa facilità se ci sono fondi che possono essere pignorati. Ricordiamo comunque che non sono pignorabili:

  • le cifre derivanti dall’accredito dell stipendio o della pensione;
  • somme inferiori a 1345,56 (pari a tre volte l’assegno sociale).

N.B. Quest’ultima cifra è calcolata in base all’assegno sociale del 2017.

Nel particolare le carte prepagate sono quasi sempre nominative e per queste risalire al titolare della carta e fare un controllo della disponibilità esistente non è un problema. Le carte prepagate avranno un saldo che sarà pari all’importo di cui sono state ricaricate e tutto questo importo potrà essere aggredito.

Tra l’altro non essendo le ricaricabili cointestabili non c’è nemmeno la possibilità di evitare che il pignoramento superi la quota del 50% di competenza dell’altro intestatario (come può avvenire invece con i conti correnti e i libretti di risparmio). Un discorso a parte riguarda le poche carte al portatore, ma queste possono contenere piccoli importi che difficilmente possono risolvere il problema di un imminente pignoramento.

Anagrafe conti correnti

L’anagrafe dei conti correnti è un’enorme banca dati che ha visto la luce nel 2006 e raccoglie le informazioni provenienti da banche (compresa Poste Italiane), fiduciarie e assicurazioni oltre che Sim e Società di gestione del risparmio. Nata per ridurre l’evasione fiscale ha visto estendere il suo utilizzo anche nell’ambito del pignoramento dei conti e delle carte prepagate.

In questo caso è accessibile in primis all’Agenzia delle Entrate oltre che al creditore privato che deve però essere in possesso di un titolo esecutivo. A differenza dell’agenzia pubblica Italiana quest’ultimo potrà solo sapere presso quali istituti di credito il debitore ha dei rapporti in corso ma non le cifre in essi depositate.

Conti esteri

Si può fare un discorso differente per i conti stranieri e per le carte prepagate rilasciate da queste realtà bancarie. In questi casi (come anche per Paypal) la banca o la società che emette le carte non sono infatti iscritte nell’anagrafe degli istituti di credito. L’ente creditore non può avere quindi un accesso immediato alle informazioni che possono essere utili per decidere se convenga o meno fare un pignoramento.

Ciò però non impedisce sicuramente il pignoramento: anche in questo caso il creditore può notificare alla banca estera il pignoramento ottenendo così risposta sui fondi eventualmente disponibili. Tra l’altro il costo di questa parte di procedura è piuttosto modesto per cui il creditore può decidere di agire a scatola chiusa per avere un quadro più chiaro sul capitale che fattivamente può aggredire.

Quindi, riassumendo: con conti stranieri si può guadagnare tempo o “scoraggiare” un’azione di pignoramento, ma non fermare un creditore realmente motivato a procedere. Infatti ribadiamo che secondo la legge italiana non ci sono possibilità che vengano emesse delle carte non pignorabili.

Carte di credito a saldo e revolving

Si ritiene erroneamente che le carte di credito siano pignorabili. In realtà sono tra i pochi sistemi di pagamento a non esserlo. Infatti non si tratta di “disponibilità” reale che il debitore ha, ma di una linea di credito che la banca ha accordato al cliente (aspetto ancor più evidente nelle carte revolving). Quindi non essendo delle disponibilità reali non sono aggredibili in fase di pignoramento.

Di contro, mentre un conto corrente di base e una carta prepagata possono essere concessi anche a soggetti protestati e cattivi pagatori, le carte di credito sono solitamente escluse da questo tipo di concessione. Quindi chi è già in una situazione di difficoltà difficilmente riuscirà a risolvere i propri problemi usando questo tipo di sistema di pagamento.

Conclusioni

Come appare evidente da quanto detto fino ad ora, se si è in una situazione di possibile pignoramento e si ha bisogno di un sistema che permetta di svolgere le funzionalità di un conto corrente (come ad esempio i bonifici) si potrebbe considerare la possibilità di richiedere una carta con Iban emessa da una società straniera. Come già evidenziato in precedenza diventa a volte più lungo il procedimento perché il creditore possa avere le informazioni che gli servono per valutare il pignoramento sui fondi su di essa.

In questo ambito senza andare a cercare prodotti poco conosciuti e a volte molto costosi o con costi poco chiari, si possono prendere in considerazione soluzioni come la Viabuy, Carta Elektra, la LeuPay o la Soldo, per fare alcuni nomi. In tutti e tre i casi, tra l’altro, alla carta prepagata è associato anche un conto elettronico che ne amplifica le funzionalità anche attraverso le app per cellulare.