Buoni pasto elettronici e non: differenze, sicurezza ed agevolazioni

Tra i benefit che hanno preso maggiormente piede ci sono sicuramente i buoni pasto, per una fiscalità agevolata, la semplicità di uso, un buon livello di diffusione, e nella maggior parte dei casi anche versatilità di impiego.

Elenco buoni pasto

In senso molto ampio sono considerati al pari di alcune forme di moneta elettronica, soprattutto con l’evoluzione dei buoni pasto elettronici (vedi anche Pos obbligatorio), che mettono al riparo da possibili complicazioni e problemi collegati alle truffe, così come in passato è avvenuto per i buoni pasto in forma cartacea (composti da un tagliando e dal buono spendibile in sé che va firmato dall’utilizzatore, il che non li rende comunque al sicuro dal rischio di furto).

Come funzionano?

Il funzionamento è molto semplice: l’azienda o il fruitore (come ad esempio un libero professionista) acquista un certo quantitativo di buoni pasto, che sono disponibili in vari tagli (quello più usato è da poco più di 5 euro), comprandoli direttamente dal gestore, sia esso Day, Ticket Restaurant, Qui, ecc.

Al beneficiario/utilizzatore viene consegnata una certa quantità di buoni pasto così da raggiungere il controvalore pattuito, come benefit vero e proprio o come forma di rimborso spese. Questi deve usarli per pagare i pasti o per fare la spesa ai supermercati che li accettano.

L’importante è accertarsi che quel tipo di buono sia molto accettato ed a riguardo, ci possono essere delle discrepanze all’interno dello stesso circuito, come nel caso dei ticket restaurant complements. La normativa non prevede limiti per l’acquisto di buoni (che possono essere fatti anche da normali cittadini), ma ci sono delle limitazioni sui vantaggi fiscali ad essi associati.

Fiscalità dei buoni pasto

Le agevolazioni dipendono dal soggetto che li acquista. Per le aziende che li usano come rimborso spese o retribuzione aggiuntiva, c’è la detassazione fino all’importo giornaliero di 5,29 euro (vedi anche Carta carburante), che salirà a 7 euro, a partire dal 1 luglio 2015 per i soli buoni pasto elettronici (per i quali si sta andando incontro anche al pos unico).

Invece per i liberi professionisti si ha la possibilità di dedurre dai costi quelli sostenuti per il pasto, oltre che poter detrarre l’Iva al 100%.